Passa ai contenuti principali

Post

#33 _ La sintesi finale

Cesena  [step 01] è una cittadina di circa 100000 abitanti sita nel cuore del territorio romagnolo. L' etimologia  [step 06] del nome della città non è ancora chiara ed il dibattito in merito alle sue origini è tutt'oggi piuttosto acceso. Territorio noto per la buona  cucina  [step 18] e per l'ospitalità degli abitanti, il cesenate è una meta piuttosto frequentata dai turisti, affascinati dal suo invidiabile patrimonio culturale. Essendovi nati i papi Pio XI e Pio XII ed avendo ospitato il vescovado di Benedetto XIII, Cesena è detta Città dei Tre Papi (in realtà anche Pio XIII ne fu vescovo). Nonostante le modeste dimensioni, la città ha una storia importante alle spalle, strettamente legata allo Stato della Chiesa ed alla signoria dei Malatesta. Marco Pantani nella curva dei tifosi del Cesena Dave Grohl durante lo storico concerto dei Foo Fighters a Cesena Sono tanti i personaggi illustri legati alla città malatestiana, da Marino Moretti a Renato Serra ai Foo
Post recenti

#32 _ Le azioni della caveja

Riportiamo qui un elenco di azioni, di verbi che possono essere associati alla caveja. Collegare La funzione primaria della caveja è quella di collegare il giogo dei buoi al timone dell'aratro o del carro Trasmettere La caveja permette di trasmettere la potenza meccanica sviluppata dai buoi al mezzo agricolo, permettendo le lavorazioni del terreno Tintinnare La caveja ha iniziato la sua evoluzione quando si è iniziato ad esaltare il suo tintinnio Riconoscere Il tintinnio della caveja permette di segnalare la presenza degli animali al lavoro e di riconoscerne il proprietario immediatamente Simboleggiare La caveja è riconosciuta come il simbolo della Romagna Ostentare Nel tempo la caveja divenne un vero e proprio status symbol con cui i proprietari dei poderi ostentavano la propria ricchezza ed il proprio potere in occasione di feste, sagre e fiere. Buoi al lavoro

#31 _ L'ABC della caveja

Ecco l'ABC della caveja, una parola per ogni lettera dell'alfabeto, per un viaggio all'interno del mondo di questo simbolo della Romagna. A come Anelli Gli anelli sono la parte più caratteristica della caveja B come Buoi La caveja era un mezzo indispensabile per i contadini romagnoli, in quanto consentiva loro di sfruttare la forza dei buoi per il lavoro nei campi C come Campagna La caveja è uno strumento agricolo D come Decumano Si pensa che la caveja sia arrivata in Romagna per mezzo di un legionario romano a cui, come ricompensa per i servizi militari, era stato assegnato un decumano. Dovendosi improvvisare contadino, pensò di usare l'insegna della legione come fermo per il timone del carro dei buoi         E come Esborso La caveja era un oggetto dal costo elevato, motivato dal fatto che il fabbro impiegava 35-40 giorni per realizzarla F come Ferro La caveje sono tipicamente realizzate in ferro G co

#30 _ La scienza e la tecnica della caveja

Il metallo, esattamente come qualsiasi altro materiale, quando sottoposto ad una forza si comporta come un elastico: se messo in trazione si allunga e se messo in compressione si accorcia. Vi è una relazione di proporzionalità diretta tra la deformazione e lo stress meccanico a cui il componente è sottoposto, descritta dalla legge di Hooke. I buoi tirano il giogo, il quale esercita una forza sulla caveja. Come ci dice Newton, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, dunque anche la caveja mette sotto stress meccanico il giogo, altrimenti si avrebbe accelerazione dell'una rispetto all'altro. Caveja e giogo sono vincolati dal punto di vista della traslazione reciproca, ma la caveja è a sua volta collegata con la stessa metodologia al timone dell'aratro e dunque i due non possono traslare l'uno rispetto all'altro. Ecco che in questo modo il moto trasmesso dai buoi viene impresso alla caveja tramite il giogo e che la caveja lo porta poi fino al

#29 _ I numeri della caveja

Per trovare un collegamento tra la caveja ed il mondo dei numeri non si può non partire dagli anelli #11 _ La tassonomia della caveja , col tempo sono diventati sempre più numerosi. Essi però dovevano essere in numero pari, 2, 4 o 6. che le donano il caratteristico tintinnio. Originariamente ve ne era uno solo, utile ad agevolarne lo sfilamento a fine lavoro, ma come raccontato in Anche i fiocchi che venivano aggiunti per sagre e feste erano sempre in numero pari, 2 o 4. Probabilmente il fatto che si scegliessero sempre numeri pari era dovuto a ragioni puramente estetiche di simmetria ed armonia delle forme. Volendo trovare un altro collegamento possiamo poi ricordare le Sette sorelle di Romagna , una serie di 7 caveje araldiche realizzate in materiali preziosi, una per ciascuna delle sette principali città della Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini, Faenza, Lugo ed Imola). Infine potremmo fare un accendo sul π, numero che richiama la forma circolare della sezione dello

#28 _ Aldo Spallicci, il protagonista della caveja

Il protagonista della caveja non può che essere Aldo Spallicci , medico, poeta e politico romagnolo, già più volte citato all'interno di questo blog. LA VITA Aldo Spallicci nacque il 22 novembre 1886 a Santa Maria Nuova di Bertinoro e visse la prima parte della sua vita a Forlì, dove intraprese la professione di medico pediatra seguendo le orme del padre, anch'esso medico. Mazziniano nello spirito, seguì la legione garibaldina a sostegno della della Grecia nella guerra contro la Turchia del 1912 e poi ancoraa difesa della Francia quando scoppiò la prima guerra mondiale. Sì unì al Regio Esercito solo quando, nel 1915, l'Italia abbracciò la posizione interventista, decidendo di partecipare attivamente al conflitto. Il primo dopoguerra fu per lui un periodo molto duro. Seppur riprese la sua professione una volta rientrato a Forlì, rendendosi inoltre divulgatore della cultura romagnola, la sua avversione agli ideali fascisti gli causò non pochi problemi. Dopo essere

#27 _ Il museo della caveja

Per impostare il museo della caveja sarebbe molto interessante costruire un'percorso che ne racconta #11 _ La tassonomia della caveja . l'evoluzione, affrontando i quattro step trattati in In un primo ambiente si potrebbero dunque mostrare repliche delle prime caveje in legno, studiando una qualche esperienza che permetta al visitatore di comprendere in maniera semplice le ragioni fisiche dell'inadeguatezza di questo materiale. Seguirebbe quindi una zona dedicata alla mostra di caveje metalliche semplici, quelle con cui si svolgeva il lavoro nei campi. Si potrebbe ancora una volta introdurre un'esperienza interattiva per comprendere la migliore resistenza del ferro alle sollecitazioni meccaniche. Lo spazio successivo sarebbe quindi dedicato alle "caveje da festa", quelle riccamente adornate da anelli e disegni, realizzate dai migliori fabbri con lavorazioni tutt'altro che semplici, che venivano orgogliosamente sfoggiate alle fiere o nei giorni di