Passa ai contenuti principali

#30 _ La scienza e la tecnica della caveja

Il metallo, esattamente come qualsiasi altro materiale, quando sottoposto ad una forza si comporta come un elastico: se messo in trazione si allunga e se messo in compressione si accorcia. Vi è una relazione di proporzionalità diretta tra la deformazione e lo stress meccanico a cui il componente è sottoposto, descritta dalla legge di Hooke.
I buoi tirano il giogo, il quale esercita una forza sulla caveja. Come ci dice Newton, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, dunque anche la caveja mette sotto stress meccanico il giogo, altrimenti si avrebbe accelerazione dell'una rispetto all'altro. Caveja e giogo sono vincolati dal punto di vista della traslazione reciproca, ma la caveja è a sua volta collegata con la stessa metodologia al timone dell'aratro e dunque i due non possono traslare l'uno rispetto all'altro. Ecco che in questo modo il moto trasmesso dai buoi viene impresso alla caveja tramite il giogo e che la caveja lo porta poi fino al timone dell'aratro o del carro.
E' facile intuire che le forze in gioco non siano modeste e dunque, per quanto detto in base al comportamento elastico, abbiamo la necessità che la caveja sia realizzata con un materiale rigido, in modo da mantenere queste deformazioni molto contenute.


Lo scambio di forze è anche all'origine delle azioni di attrito che compaiono ogni qualvolta la caveja e la sua sede compiano una rotazione reciproca. Possiamo identificare in esse la principale causa di usura e dunque, essendo le rotazioni reciproche pressoché continue (piccole vibrazioni, cambi di direzione...) necessitiamo che il materiale sia duro (durezza = resistenza alla deformazione a seguito di uno stress meccanico concentrato sulla superficie).

Esiste poi anche il fenomeno della fatica dei materiali, ma la trattazione risulterebbe poco intuitiva ed esulerebbe dagli scopi di questo post.

Riassumendo, abbiamo bisogno di un materiale rigido e duro, che inoltre produca un tintinnio quando gli anelli si scontrano su di esso. L'acciaio (quello che abbiamo sempre impropriamente chiamato ferro, in quanto in qualsiasi lega di ferro è sempre contenuta una percentuale più o meno grande di carbonio) è dunque ciò che fa al caso nostro.

La lavorazione parte necessariamente da semilavorati in forma di barre, sarebbe infatti impossibile raggiungere le temperature di fusione dell'acciaio (indicativamente variabile tra 1250 °C e 1450 °C a seconda della composizione della lega) con la strumentazione disponibile nell'officina di un fabbro.
Riscaldando il semilavorato sulla fiamma della fucina il materiale diventa più malleabile e dunque il fabbro può facilmente lavorarlo con gli strumenti opportuni. Ad ogni modo, tramite le lavorazioni a caldo non si possono eseguire modellazioni di grande precisione per una vasta serie di ragioni (ossidazione dello strato superficiale, tensioni residue indotte dal raffreddamento...).
Una volta ottenuta la forma desiderata si prosegue con le lavorazioni a freddo, eseguite con il martello, la mola o strumenti simili. In questo modo si rifinisce l'oggetto conferendogli le caratteristiche desiderate.
La superficie viene resa dura mediante la tempra, ovvero portando il manufatto lavorato a temperature molto alte, passandolo sulla fiamma, e successivamente raffreddarlo velocemente tramite immersione in acqua. Questo rapido raffreddamento modifica le normali trasformazioni della struttura cristallina dell'acciaio che normalmente avverrebbero con un lento raffreddamento, la quale arriva a temperatura ambiente nella forma metastabile tetragonale a corpo centrato anziché in quella stabile cubica a corpo centrato. Ciò induce delle tensioni residue nel materiale, che gli conferiscono una straordinaria durezza e dunque un'ottima resistenza all'usura.


Commenti

Post popolari in questo blog

#33 _ La sintesi finale

Cesena  [step 01] è una cittadina di circa 100000 abitanti sita nel cuore del territorio romagnolo. L' etimologia  [step 06] del nome della città non è ancora chiara ed il dibattito in merito alle sue origini è tutt'oggi piuttosto acceso. Territorio noto per la buona  cucina  [step 18] e per l'ospitalità degli abitanti, il cesenate è una meta piuttosto frequentata dai turisti, affascinati dal suo invidiabile patrimonio culturale. Essendovi nati i papi Pio XI e Pio XII ed avendo ospitato il vescovado di Benedetto XIII, Cesena è detta Città dei Tre Papi (in realtà anche Pio XIII ne fu vescovo). Nonostante le modeste dimensioni, la città ha una storia importante alle spalle, strettamente legata allo Stato della Chiesa ed alla signoria dei Malatesta. Marco Pantani nella curva dei tifosi del Cesena Dave Grohl durante lo storico concerto dei Foo Fighters a Cesena Sono tanti i personaggi illustri legati alla città malatestiana, da Marino Moretti a Renato Serra ai Foo

#31 _ L'ABC della caveja

Ecco l'ABC della caveja, una parola per ogni lettera dell'alfabeto, per un viaggio all'interno del mondo di questo simbolo della Romagna. A come Anelli Gli anelli sono la parte più caratteristica della caveja B come Buoi La caveja era un mezzo indispensabile per i contadini romagnoli, in quanto consentiva loro di sfruttare la forza dei buoi per il lavoro nei campi C come Campagna La caveja è uno strumento agricolo D come Decumano Si pensa che la caveja sia arrivata in Romagna per mezzo di un legionario romano a cui, come ricompensa per i servizi militari, era stato assegnato un decumano. Dovendosi improvvisare contadino, pensò di usare l'insegna della legione come fermo per il timone del carro dei buoi         E come Esborso La caveja era un oggetto dal costo elevato, motivato dal fatto che il fabbro impiegava 35-40 giorni per realizzarla F come Ferro La caveje sono tipicamente realizzate in ferro G co

#16 _ Una prima mappa concettuale

Raccogliamo in una mappa concettuale gli aspetti della caveja fin qui trattati, evidenziando le connessioni tra di essi e la loro interdipendenza.