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Il Mazapégul è un folletto della tradizione folclorica romagnola, radicato in particolare nelle zone dell'Appennino cesenate e forlivese.
Si tratta di un esserino molto piccolo, ibrido tra gatto e scimmiotto, di pellame grigio, facilmente riconoscibile per il suo berrettino rosso. Quella dei Mazapégul è una piccola tribù appartenente ad una più vasta famiglia di folletti della notte, quella dei Mazapegol.
Un identikit dettagliato della personalità del Mazapégul lo fornisce Cino Pedrelli nel numero 3 de La Piè del 1976:
"il Mazapégul è responsabile del senso di soffocamento e paralisi che opprime talvolta i dormienti; si corica con le donne, e le fa sue; svolge tutto un suo rituale amoroso e affettuoso con gli animali della stalla, ed in ispecie con gli equini, che si trovano al mattino coperti di sudore e adorni di trecce alle code e alle criniere, si sostituisce alle donne di casa nelle faccende domestiche, quando queste riscuotono la sua simpatia; o al contrario guasta lavori già avviati, nasconde oggetti, fa dispetti di ogni genere, quando le donne di casa riescano antipatiche; scatena all'improvviso turbini di vento, capaci di far volare via quanto capiti a tiro, comprese le persone."
La tradizione fornisce numerosi metodi per liberarsi o difendersi dal Mazapégul, che vanno da oggetti posti sotto al letto fino a vere e proprie formule rituali da recitare.
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