Un famoso proverbio italiano afferma: "Paese che vai, usanze che trovi". Potremmo riprendere questa frase e riadattarla alla Romagna, per sottolineare la sua varietà anche dal punto di vista del linguaggio dialettale: "Città che vai, nome che trovi".
Come già visto in #06 _ Cesena: origini del nome, la Romagna è caratterizzata da un dialetto eterogeneo, in cui i termini cambiano in maniera anche piuttosto importante da una città all'altra.
Ecco che allora anche la caveja, cavicchio o cavicchiolo in italiano, assume nomi diversi a seconda della zona. Come riportato su cavejaromagnola.xoom.it:
"Nel nord della Romagna, nelle zone di Imola, Castel San Pietro ed ai confini con Bologna e Ferrara, la caveja viene detta stadùra, parola in relazione al verbo stare, inteso nel senso di arrestare-fermare, cioè fermare il giogo al timone del carro dei buoi. Nelle campagne intorno a Faenza e a Lugo è detta caveja campanèra. Nel forlivese e nel ravennate viene chiamata caveja cantarèna, per il suono squillante delle sue anelle. Nel sud della Romagna è detta caveja longa dai anell per non confonderla con il cavej utilizzato solo per il biroccio (carro a due ruote utilizzato per il trasporto di oggetti)".
"Nel nord della Romagna, nelle zone di Imola, Castel San Pietro ed ai confini con Bologna e Ferrara, la caveja viene detta stadùra, parola in relazione al verbo stare, inteso nel senso di arrestare-fermare, cioè fermare il giogo al timone del carro dei buoi. Nelle campagne intorno a Faenza e a Lugo è detta caveja campanèra. Nel forlivese e nel ravennate viene chiamata caveja cantarèna, per il suono squillante delle sue anelle. Nel sud della Romagna è detta caveja longa dai anell per non confonderla con il cavej utilizzato solo per il biroccio (carro a due ruote utilizzato per il trasporto di oggetti)".
Snaturando quella che è la "cosa" caveja, a cui sono legate tradizione e cultura della Romagna, e riducendola ad un semplice strumento di lavoro, possiamo trovare i suoi nomi anche fuori dall'Italia. Anche nell'Inghilterra preindustriale avevano così bisogno del loro pin per condurre carri ed aratri, così come Francia e Spagna non potevano fare a meno dei loro goupille e pasador.
Potremmo andare avanti e trovare un nome per ogni parte del modo, ma questi indicheranno sempre "l'oggetto" perno e mai "la cosa" caveja.
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