Tracciamo la tassonomia della caveja, provando a seguire le evoluzioni che l'hanno trasformata sia nella forma che nell'uso.
La caveja nasce (I) come semplice perno per collegare il giogo al carro o all'aratro, realizzato in legno duro. Poteva essere fatto scorrere nel perno fino a conficcarsi nel terreno, allo scopo di frenare il carro nei tratti in discesa, evitando che questo colpisse i buoi per inerzia. Per questo motivo la sua estremità era probabilmente a forma di cuneo, in modo da assorbire meglio lo stress meccanico indotto nel momento in cui veniva usata come freno.
La naturale evoluzione (II) è stata il passaggio al metallo, un'acciaio di bassa qualità grossolanamente forgiato, in modo da mantenere economica la realizzazione. L'introduzione di questo materiale ha fatto si che l'anello, utile ad agevolare le operazioni di sgancio, producesse un tintinnio quando, in seguito alle vibrazioni indotte dai buoi, colpiva il corpo della caveja.
Questo tintinnio ha spinto i contadini ad arricchire la caveja di anelli (III), in modo tale che ognuna producesse un rumore diverso dalle altre ed i carri fossero dunque immediatamente distinguibili. Questa differenziazione fece diventare la caveja un vero e proprio status symbol, con cui il contadino manifestava il proprio potere economico. Le lavorazioni divennero più ricche e complesse, la qualità dei materiali migliorò e la lunghezza divenne decisamente più generosa, in modo che svettasse sui buoi.
Da metà '700 si iniziarono a realizzare le caveje araldiche (IV) oggetti puramente simbolici realizzati in materiali pregiati. Le più comuni sono quelle in bronzo, ma ne esistono anche rari esempi in argento ed oro. La manifestazione più nota delle caveje araldiche è quella delle sette sorelle di Romagna, ovvero una caveja riportante lo stemma di ciascuno dei sette principali città della Romagna (all'epoca veniva inclusa anche Imola).
Con l'avvento dell'industrializzazione anche nel mondo agricolo la caveja perse il proprio ruolo come strumento di lavoro. Divenne così oggetto da collezione, baluardo di un'antica civiltà contadina e simbolo della Romagna.
Commenti
Posta un commento